Attacco hacker a siti web di autorità e ministeri italiani, rivendicazione del collettivo russo Killnet

Attacco hacker a siti web di autorità e ministeri italiani, rivendicazione del collettivo russo Killnet

Attacco hacker a siti web di autorità e ministeri italiani, rivendicazione del collettivo russo Killnet


Negli scorsi giorni il collettivo aveva parlato di un attacco agli Stati uniti e a diversi Paesi europei tra cui anche l'Italia

Dallo scoppio dell'invasione russa in Ucraina è stato chiaro come la guerra informatica corra parallelamente a quella militare sul campo, seppure con modalità e mezzi molto diversi. Una guerra che ha conosciuto una serie di attacchi a volte da parte di attori non sempre riconducibili a Mosca o Kiev. E nel corso delle settimane sono stati più volte tirati in ballo Paesi apparentemente estranei al conflitto che però sono stati oggetto di attacchi hacker o simili. Nelle scorse ore anche il nostro Paese è stato sotto attacco di pirati informatici che hanno preso di mira nella notte diversi siti internet di molte istituzioni italiane. A rivendicare l'iniziativa è stato il collettivo russo Killnet, che già negli scorsi giorni aveva parlato di un attacco agli Stati uniti e a diversi Paesi europei tra cui anche l'Italia.


La rivendicazione

Una rivendicazione arrivata su Telegram, un social network che più volte è stato protagonista di questo tipo di annunci: il collettivo Killnet, proveniente dalla Russia, ha reso noto di aver preso di mira i siti web del Consiglio Superiore della Magistratura e dei ministeri degli Esteri, dell'Istruzione e della Cultura. Non solo però: il collettivo ha pubblicato una lista di circa cinquanta tra istituzioni, ministeri, aziende e autorità oggetto di attacchi informatici. Nella rivendicazione Killnet scrive "fuoco a tutti", facendo seguito a un altro messaggio in cui venivano fornite le istruzioni "per liquidare la struttura informativa italiana" e con cui si chiedeva un attacco per quarantotto ore che escludesse però il sistema sanitario.

Gli attacchi

Per un normale utente il sito oggetto di attacco appare semplicemente irraggiungibile, senza lasciar intendere quanto in realtà stia accadendo alla struttura informatica in oggetto. Si tratta di attacchi definiti "ddos", sinonimo di "servizio interrotto in maniera distribuita" grazie al sovraccarico delle strutture informatiche che rende le stesse inattive anche solo parzialmente.


Le indagini della Polizia postale

Dall'inizio degli attacchi la Polizia postale, che ha confermato gli stessi, continua a lavorare per analizzare l'enorme quantità di indirizzi IP utilizzati per inviare una grande mole di richieste ai siti da colpire per renderli indisponibili. Le forze dell'ordine hanno già inibito alcuni di questi indirizzi considerati sospetti, riducendo il numero di tentativi di accesso e innalzando le difese; il tutto mentre le stesse rivendicazioni degli hacker sono sotto osservazione per aggiungere tasselli alle indagini.


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