Ascoltato il ronzio di fondo dell’universo, a contribuire a questa scoperta anche astronomi italiani

Ascoltato il ronzio di fondo dell’universo, a contribuire a questa scoperta anche astronomi italiani

Ascoltato il ronzio di fondo dell’universo, a contribuire a questa scoperta anche astronomi italiani Photo Credit: foto agenzia fotogramma.it


L’Universo emette un suono, anzi un ronzio di fondo, le prove frutto di una ricerca svolta da centinaia di astronomi

La scoperta è di quelle destinate a fare rumore, anzi, un leggero ronzio: quello emesso dall’Universo. Visto che è di questo di cui si parla. Astronomi di tutto il mondo hanno trovato la prova cercata da decenni: una forma di onde gravitazionali a lungo teorizzata che crea appunto, un "ronzio di sottofondo" che rimbomba in tutto l'universo. La sensazionale scoperta è stata ottenuta utilizzando radiotelescopi in Nord America, Europa, Cina, India e Australia ed è considerata una pietra miliare che apre una nuova finestra sull'universo. Teorizzata in un primo tempo da Albert Einstein, non era mai stata provata. Almeno fino ad oggi.


Cosa sono le onde gravitazionali

Le onde gravitazionali sono increspature nell'Universo che viaggiano alla velocità della luce senza ostacoli. Le prime tracce della loro esistenza risalgono al 2015, quando osservatori statunitensi e italiani hanno rilevato le prime onde gravitazionali create dalla collisione di due buchi neri. Si tratta di onde ad alta frequenza che rappresentano il risultato di un singolo evento violento che invia un forte, breve scoppio increspato verso la Terra. Per decenni gli scienziati hanno invece cercato le onde gravitazionali a bassa frequenza, che sin qui si pensa siano costantemente in movimento nello spazio come un rumore di fondo.


Il consorzio internazionale

Il risultato di oggi, ovvero la scoperta del rumore di fondo dell’Universo è stato raggiunto grazie ad un consorzio: International Pulsar Timing Array. Il risultato è stato pubblicato in più articoli sulla rivista Astronomy and Astrophysics, si deve a 13 telescopi di tutto il mondo che sono stati puntati su 115 pulsar in tutta la Via Lattea. Distanti dalla Terra e disseminate nella Via Lattea, le pulsar sono diventate un unico rivelatore cosmico ai limiti della fantascienza. Le variazioni nella loro rotazione misurate dai 13 radiotelescopi riflettono infatti le dilatazioni e le compressioni dello spazio-tempo, la cui regolarità ricorda quella del respiro. Gli scienziati che andavano alla ricerca di segni rivelatori di onde gravitazionali, hanno misurato le differenze incredibilmente piccole nella tempistica degli impulsi arrivando a teorizzare che le onde provengano da coppie di buchi neri enormi (anche miliardi di volte più grandi del Sole) che si trovano al centro di galassie che si stanno lentamente fondendo.

L’importante ruolo dell'Italia

Alla scoperta delle onde gravitazionali a bassissima frequenza e ultra-lunghe hanno contribuito in modo importante l'Europa e l'Italia grazie all'Istituto Nazionale di Astrofisica, con la sua sede di Cagliari, e l'Università di Milano Bicocca. “Sono risultati straordinari per la loro importanza scientifica e per le prospettive future di ulteriore consolidamento dei risultati” ha commentato il presidente dell'Istituto Nazionale di Astrofisica, Marco Tavani.



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