
Antonio Conte, l'uomo del miracolo Napoli, un quarto scudetto dal sapore diverso Photo Credit: agenzia fotogramma
24 maggio 2025, ore 15:21 , agg. alle 15:44
L'allenatore salentino, arrivato la scorsa estate, ha provato in tutti i modi a regalare il tricolore ai Partenopei e alla fine ci è riuscito, grazie anche al fido scudiero Lukaku e a McTominay, lo scozzese che ha conquistato Napoli
Tre titoli nazionali, con tre club diversi: un'impresa mai vista nel calcio italiano fino all’arrivo di Antonio Conte sulla panchina del Napoli. L’allenatore salentino ha trasformato una squadra smarrita in una macchina da guerra, capace di dominare un campionato che sembrava già compromesso. Con la sua proverbiale tenacia, Conte ha guidato gli azzurri a uno scudetto che ha del clamoroso, restituendo entusiasmo a una piazza che solo un anno prima affondava nell’incertezza e nelle delusioni.
LA SCORSA STAGIONE
La stagione precedente era stata un autentico disastro: il Napoli aveva concluso al decimo posto, cambiando tre allenatori e mancando l’accesso a tutte le competizioni europee. L’ingaggio di Conte, annunciato a inizio giugno 2024 dopo un lungo periodo di trattative, sembrava più una scommessa che una garanzia. Eppure, nonostante le difficoltà iniziali – un mercato estivo complicato dalla situazione Osimhen e da arrivi last-minute come quelli di Lukaku, Gilmour e McTominay – l’allenatore ha saputo imprimere il suo marchio. Anche la sessione invernale non è stata quella sperata, con la dolorosa cessione di Kvaratskhelia al PSG e nessun rinforzo concreto. Ma Conte ha tenuto duro. Spirito di sacrificio e una gestione quasi militare del gruppo, ha portato avanti la squadra tra momenti critici, infortuni e un organico che lui stesso ha giudicato insufficiente. Eppure ha centrato un traguardo che pochi avrebbero pronosticato, parlando apertamente di "miracolo sportivo", frutto del lavoro, del carattere e della capacità di non arrendersi mai. I tifosi lo hanno abbracciato come nuovo eroe cittadino.
IL TRIONFO E L'INCOGNITA FUTURO
Durante la stagione, il tecnico non ha mancato di esprimere il proprio pensiero, anche quando ha dovuto lanciare messaggi critici alla dirigenza per una rosa ritenuta corta. Celebre resta la dichiarazione della vigilia della trasferta contro il Monza, quando Conte non risparmiò una frecciatina al presidente De Laurentiis. Ma quella vittoria, seppur di misura, fu l’inizio del crescendo finale. Ora, con il trionfo ancora fresco, resta da capire quale sarà il futuro del tecnico. Conte rimarrà a Napoli per onorare il triennale firmato oppure cercherà nuovi stimoli altrove, magari tornando alla Juventus o accettando una sfida col Milan? Tutto resta aperto e le decisioni saranno prese solo dopo i prossimi incontri con la dirigenza. Per ora, l’allenatore preferisce godersi la festa e rimandare ogni riflessione.
DA MCTOMINAY A "MCFRATM", LO SCOZZESE CHE HA CONQUISTATO NAPOLI
Intanto, tra i protagonisti inattesi del successo partenopeo c’è sicuramente Scott McTominay. Arrivato quasi in sordina dal Manchester United, dove spesso era relegato in panchina, si è imposto come perno del centrocampo e trascinatore nei momenti difficili. Il gol decisivo segnato contro il Cagliari, il dodicesimo in campionato, ha consacrato il centrocampista scozzese tra gli idoli del Maradona. E anche tra i tifosi, che ormai lo chiamano affettuosamente “McFratm”, un soprannome inventato dal compagno Mazzocchi e subito adottato da tutti. Conte lo ha impiegato con intelligenza tattica, sfruttando la sua duttilità: a volte mezzala, altre volte esterno, McTominay ha dato sempre risposte importanti, mostrando grinta e spirito di adattamento. Le sue origini inglesi e scozzesi si intrecciano con un legame ormai solido con Napoli, città che ha ammesso di aver scoperto con meraviglia e amore. Il suo trasferimento è costato al club 30 milioni, ma si è rivelato un investimento pienamente ripagato. In un’intervista recente, McTominay ha sottolineato come a Napoli abbia trovato non solo bellezza e passione, ma anche una vera cultura del lavoro, sfatando certi luoghi comuni. Le sue parole, più ancora dei suoi gol, lo hanno reso una figura amatissima in città. Un altro piccolo miracolo in una stagione che resterà scritta nella storia del Napoli.