Amedeo Goria senza freni: "Voglio quel quadro di De Chirico che fu di mio padre"

Amedeo Goria senza freni: "Voglio quel quadro di De Chirico che fu di mio padre"

Amedeo Goria senza freni: "Voglio quel quadro di De Chirico che fu di mio padre"


L'opera, intitolata "Venezia", fu acquistata da suo padre. Poi uno strano furto in casa. Ecco la vicenda

Rivuole quel quadro di Venezia, realizzato da De Chirico, che fu di suo padre. Ora Amedeo Goria, con un passato glorioso in Rai (ha seguito per tantissimi anni il calcio) sbotta e racconta la sua versione dei fatti. 

Il giornalista, al Corriere della sera, dice che quel quadro del grande maestro De Chirico era a casa di suo padre. Appeso ad una parete. «Era di una bellezza unica, con quei colori così forti, accesi. Mio padre l’aveva comprato in una galleria di Torino per regalarlo a mia madre Irene. Era un periodo in cui c’era tensione tra di loro, era stato un modo per riconciliarsi. Lei aveva iniziato a stare male e purtroppo morirà dopo pochi anni. In quel quadro c’è tutta la mia famiglia».

IL MISTERO DEL DIPINTO

La tela in questione è un "Venezia" di 30 centimetri per 40, realizzata da De Chirico e acquistata dal padre di Goria (che era medico) nell’ottobre 1968 per quasi 8 milioni di lire. Poi il furto in casa. «Tornammo e trovammo tutto a soqquadro. Tra gli oggetti di valore mancava solo il quadro di de Chirico. Ho sempre pensato che fosse stato un furto su commissione, i ladri cercavano proprio quella tela», dice ancora il giornalista a Il Corriere della sera.

Goria, dopo la morte di suo padre, è unico erede e scopre, solo nel 2023, che quel quadro sarebbe stato venduto all’asta a Londra da Christie’s nel 2015. La cifra? Ben 35 mila sterline, sotto il valore stimato che arrivava fino a 60 mila. Goria, seguito dall’avvocato Paolo Mendolicchio, presenta denuncia ai carabinieri del Nucleo Tutela patrimonio culturale. Le indagini, secondo la ricostruzione fatta dal Corriere della sera, appurano che nel 2010 c'è un nuovo proprietario del dipinto. 

IL COLPO DI SCENA: L'OPERA VIENE RIDIPINTA

(...) Il nuovo possessore vuole venderlo e si rivolge alla casa d’aste Christie’s che a sua volta chiede alla Fondazione Giorgio e Isa de Chirico di provarne l’autenticità. Domanda rifiutata perché «l’opera è stata profondamente ridipinta», si legge sul Corriere. 

Solo nel 2013 arriva la certificazione di autenticità. Due anni dopo la vendita a Londra. Intanto, il Nucleo Patrimonio culturale denuncia «una conservazione maldestra e clandestina» e una «profonda ripittura di un dipinto di tale importanza culturale ed economica, operata scelleratamente da personale non qualificato», che «può comprendersi esclusivamente con l’intento di un’alterazione finalizzata a rendere difficile l’identificazione», si legge sul Corriere. Il 2 aprile 2026 si terrà l'udienza in tribunale: Goria si oppone alla prescrizione degli eventuali reati commessi: riciclaggio di beni culturali, ricettazione ed esportazione d’arte.

«Non è giusto che finisca così. Quel quadro è stato rubato dalla nostra casa e qualcuno non ha vigilato anche se era evidente la sua provenienza illecita. Adesso voglio sapere dove è finito, è giusto che torni in mio possesso. Lo devo ai miei genitori», conclude Goria.


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