Alessandro Borghi a RTL 102.5, la nuova miniserie televisiva, con Patrick Dempsey, “I diavoli”, da domani su Sky

Alessandro Borghi a RTL 102.5, la nuova miniserie televisiva, con Patrick Dempsey, “I diavoli”, da domani su Sky

Alessandro Borghi a RTL 102.5, la nuova miniserie televisiva, con Patrick Dempsey, “I diavoli”, da domani su Sky


Una serie incentrata sul mondo della finanza, talvolta spietato, basata sul romanzo di Guido Maria Brera

La nuova miniserie “I diavoli”

Alessandro Borghi è protagonista, insieme a Patrick Dempsey, di “I diavoli”, la nuova serie targata Sky ed incentrata sul mondo della finanza. Sempre alla finanza si sono ispirati, in precedenza, numerosi film e serie, ricordiamo tra questi Wolf of Wall Street e Billions. Una vera e propria sfida per l’attore: “Mi piace affrontare delle cose che non sono sicuro di poter portare a terminare, immergermi in cose che non conosco bene” dice. La miniserie è costruita su elementi diversi, “quello che abbiamo cercato di fare è raccontare una storia che riguardi il mondo della finanza, anche un po’ con una componente tecnica, aggiungendo una parte romanzata” ha spiegato Borghi che, a proposito del nuovo progetto, lo ritiene distante dai film sopra citati, i quali parlano del mondo della finanza in chiave “show off”, ma piuttosto vicino al genere “La grande scommessa” di Adam McKay, in cui si “indaga di più sulle dinamiche della finanza in correlazione con la vita”. L’attore ha evidenziato, dunque, come la serie non si limiti a raccontare “una faccia della finanza ma anche una faccia molto umana che riguarda il mondo della finanza”. La serie si ispira al bestseller di Guido Maria Brera di cui Borghi ha una grandissima stima: “E’ una delle prime persone che ho conosciuto quando ho deciso di affiancare il progetto” – dice, confessando di ammirarne molto sia l’animo che il modo di approcciarsi al mondo della finanza e del cinema. La prima stagione della serie ha inizio con la crisi della Grecia del 2009, mentre la seconda stagione, come spiegato da Nils Hartmann, Director Original Production Sky Italia, durante la conferenza stampa in streaming della serie - “parte con i due protagonisti che si incontrano in un locale in una Milano deserta proprio in queste settimane difficili, ma che poi viaggiano all’indietro. L’arco della storia partirà ai tempi della Brexit”.

“Ci siamo fatti le ossa”

In questa situazione di emergenza sanitaria a causa della diffusione del coronavirus, tra i tanti settori che stanno soffrendo maggiormente, c’è anche quello dello spettacolo, di cui Alessandro Borghi fa parte. “Per fortuna siamo abituati, perché non parlano quasi mai del settore dello spettacolo, ci siamo fatti le ossa. Di solito ne parlano per tagliare i fondi” – sottolinea piccato l’attore, precisando, inoltre, come il teatro sia a maggior rischio del cinema, in questa situazione. “Il problema riguarda in particolare le maestranze” ed è questo il motivo che ha spinto Borghi, con Francesco Montanari, a cercare di creare un fondo per aiutare i lavoratori con più difficoltà, ma “abbiamo avuto delle difficoltà noi, burocraticamente”- spiega, rassicurando sull’intenzione di voler portare a termine l’iniziativa. Borghi, che non considera la raccolta fondi “la soluzione” definitiva, auspica piuttosto che questa situazione sia “una transizione per tornare meglio di prima”.

“Faccio dei pensieri estremamente positivi” 

Alessandro Borghi sta affrontando la quarantena nella maniera più positiva possibile, cercando di non farsi affliggere dal dover restare chiuso nelle sue mura familiari. “Superata la prima fase, la prima settimana dove tutti cercavano di capire cosa ascoltare, ad un certo punto mi sono imposto di affrontare questa quarantena nella maniera più serena possibile” - ha confessato l’attore, che sta cercando di gestire al meglio il suo tempo, stando vicino alle persone a cui vuole bene pur ammettendo di sentirne la mancanza - “necessito di abbracci. E’ l’unica paura che ho, non poter riabbracciare le persone”. Un pensiero che lo aiuta molto, infine, è stato fatto proprio da Guido Maria Brera: “Signori il problema non è tornare come prima perché prima non andava bene quindi bisogna tornare molto meglio di prima”.


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