Adolfo Urso a RTL 102.5: "Meloni a Washington serve a facilitare il negoziato e ad arrivare a zero dazi”

Adolfo Urso a RTL 102.5: "Meloni a Washington serve a facilitare il negoziato e ad arrivare a zero dazi”

Adolfo Urso a RTL 102.5: "Meloni a Washington serve a facilitare il negoziato e ad arrivare a zero dazi”


15 aprile 2025, ore 10:30

Il Ministro delle Imprese e del Made in Italy, Adolfo Urso, è intervenuto nel corso di Non Stop News, su RTL 102.5, con Enrico Galletti, Giusi Legrenzi e Massimo Lo Nigro per celebrare la Giornata Mondiale del Made in Italy e per un punto sulle novità commercio internazionale.

GIORNATA MONDIALE DEL MADE IN ITALY

“Questa è la seconda Giornata Nazionale del Made in Italy, dopo quella che abbiamo realizzato lo scorso anno, sempre il 15 aprile, giornata di nascita del genio dell’umanità Leonardo da Vinci, in cui si esalta al meglio quello che è e quello che è sempre stato il Made in Italy: quindi identità, cultura, arte, tecnologia, innovazione, che erano nell’arte e nella scienza di Leonardo da Vinci e lo si ritrova in qualche modo in ogni impresa e in ogni prodotto del lavoratore italiano con il suo saper fare”.

IL VIAGGIO DI GIORGIA MELONI A WASHINGTON

“Noi abbiamo sempre indicato alla Commissione la necessità di instaurare da subito un negoziato con l’amministrazione americana, con la prospettiva che deve sempre rimanere in fondo come bussola per la nostra strategia: un’area di libero scambio tra Nord America — Stati Uniti, Canada e Messico — e l’Unione Europea, con ‘dazi zero dazi zero’, che era nelle prospettive di McCain quando si candidò contro Obama nelle prime elezioni presidenziali vinte dal candidato democratico, e cioè di creare nell’Atlantico la più grande area di libero scambio, quindi la più grande base commerciale, produttiva e tecnologica del mondo. Tanto più importante in questa fase in cui l’Unione Europea ha definito l’accordo di libero scambio con l’America Latina. Le due prospettive consentirebbero di creare un grande bacino che innescherebbe una crescita globale, riverberando i suoi risultati positivi anche in altre aree del mondo. Non dobbiamo rassegnarci a quello che alcuni ritenevano ormai inevitabile: rispondere ai dazi americani con ritorsioni commerciali dell’Unione Europea, innescando una guerra commerciale che recherebbe grandissimi danni soprattutto alle imprese, e quindi ai lavoratori e all’economia europea. Ma dobbiamo subito, e in tal senso nella prospettiva che Giorgia Meloni realizzerà tra poco a Washington, nello spirito europeo, facilitare il negoziato in corso, consentendo a tutti di guardare in una prospettiva positiva”.

NUOVI CANALI COMMERCIALI E RIFORME

“La bussola deve restare questa: riunificare l’Occidente quando ci saranno le condizioni. E per questo bisogna ridurre le tensioni e i dazi. Questa è la nostra visione strategica da sempre. Lo dico anche alla sinistra italiana che, quando deve affrontare queste crisi, guarda sempre ad oriente. La storia ci insegna che è sbagliato. Noi, quando dobbiamo affrontare delle crisi, guardiamo sempre ad Occidente, perché guardiamo ai valori fondamentali della nostra cultura, della nostra civiltà, della nostra democrazia. Quindi ridurre le tensioni, ridurre i dazi, con la prospettiva di fare un cammino comune. Questo è tanto più importante per un Paese esportatore come l’Italia, che lo scorso anno ha superato il Giappone e la Corea del Sud, piazzandosi al quarto posto globale come Paese esportatore dopo i giganti di Cina, Stati Uniti e Germania. E questo ci dà fiducia su come affrontare questa crisi, perché negli ultimi anni — dalla pandemia, passando per la guerra della Russia in Ucraina, gli altri conflitti e quindi le misure e sanzioni che hanno reso più difficile muoversi nel mondo — le imprese italiane hanno guadagnato posizione, perché il sistema produttivo italiano è più resiliente nell’affrontare le crisi e più dinamico nel cogliere le nuove opportunità. Per questo noi abbiamo comunque indicato alla Commissione di realizzare nuovi accordi di libero scambio, per aprire nuovi canali commerciali e prospettive di crescita. E contemporaneamente abbiamo detto alla Commissione che deve subito riformare la politica industriale dell’Europa per incentivare la crescita e gli investimenti. Basta con le follie del Green Deal che hanno portato al collasso l’industria dell’auto europea, e questa è colpa di una visione europea che dobbiamo rimuovere”.

I RAPPORTI CON LA CINA

“La Cina è sicuramente un mercato importante e significativo, irrinunciabile, con il quale occorre continuare a mantenere dei rapporti commerciali e produttivi in una logica win-to-win. Ma la nostra naturale propensione è, ovviamente, sempre e comunque rafforzare i rapporti con i Paesi con cui condividiamo lo stesso sistema di valori, la stessa cultura, lo stesso sistema democratico. Non vogliamo rinunciare alla Cina, ma nel contempo dobbiamo preservare e rafforzare i rapporti con la sponda dell’Atlantico, perché quello è il nostro bacino naturale, con cui è più facile intendersi”.

IL SISTEMA ITALIA

“In questi quattro anni il sistema Italia ha dimostrato che è più resiliente e dinamico nel cogliere le nuove opportunità e nello sventare i rischi che ci sono. E per questo abbiamo indicato alla Commissione le vie da perseguire, condivise da tutto il sistema industriale che ci ha chiesto di perseverare nel dialogo con gli Stati Uniti per evitare l’escalation che provocherebbe una guerra commerciale devastante per tutti. E per indicare alla Commissione una via delle riforme, a prescindere da ciò che decideranno Washington e Pechino. Riforme che l’Europa può e deve realizzare per rendere competitivo il sistema imprenditoriale d’Europa, che oggi è in ritardo rispetto allo sviluppo anche della tecnologia green, che paghiamo a caro prezzo per la dipendenza da altri attori globali. È l’Europa che deve muoversi, anche sulla base delle riforme strategiche che l’Italia ha presentato negli scorsi mesi, ben consapevoli di quello che sarebbe accaduto anche con le elezioni di Trump. Abbiamo chiesto all’Europa di proseguire il negoziato con gli Stati Uniti con la bussola dello zero dazi e zero burocrazia in Europa”.

IL LICEO DEL MADE IN ITALY

“Noi riteniamo che il sistema italiano, fatto di identità, innovazione e del saper fare, renda necessario migliorare le competenze dei nostri studenti e dei lavoratori. E per questo abbiamo istituito il Liceo del Made in Italy, che quest’anno ha incrementato gli iscritti. Ed è per questo che abbiamo riformato gli istituti tecnico-professionali, con la convinzione che scuola e impresa devono procedere insieme. Ed è per questo che abbiamo realizzato questa Giornata del Made in Italy: per ispirare le nuove generazioni. Ed è per questo che nel piano strategico abbiamo individuato, accanto al rafforzamento dei settori tradizionali (alimentazione, arredo, abbigliamento, automazione), altri settori a più alto contenuto tecnologico come l’aerospazio, la difesa, la blue economy, dove poter puntare, crescere ed essere competitivi”.


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