A volte la radio può salvare la vita, la straordinaria storia di Marco Camozzi per il World radio day

A volte la radio può salvare la vita, la straordinaria storia di Marco Camozzi per il World radio day

A volte la radio può salvare la vita, la straordinaria storia di Marco Camozzi per il World radio day


Si celebra in tutto il mondo la grandezza di un mezzo senza tempo, che spesso può salvare vite umane e sfamare interi popoli

Alcuni la tengono accesa anche tutta la notte per compagnia, altri la portano con loro passeggiando per la strada. Altri ancora la stanno scoprendo ora, ma sanno già che non la lasceranno più. È la compagna sempre presente di tante - troppe - persone che vivono da sole, e che tornando a casa la sera vorrebbero avere qualcuno accanto anche solo per raccontare la propria giornata. È la radio, il mezzo che non conosce lo scorrere del tempo e che ancora oggi, dopo anni e anni, scandisce la vita di miliardi di persone, intrattenendole e informandole. Il 13 di febbraio di ogni anno il mondo celebra la radio con il World radio day, la giornata mondiale della radio. Un giorno di festa da trascorrere anche, perché no, pensando alle grandi evoluzioni che questo mondo sta conoscendo, permeando le grandi mutazioni del pianeta e del vivere umano.


I tempi che corrono

Come accade per molte delle giornate mondiali o internazionali che si ricordino, quella della radio deve la sua origine all'Organizzazione delle Nazioni Unite. Settantacinque anni fa l'Onu fondava infatti la sua radio e trasmetteva il suo primo notiziario, nella data che qualche decennio più tardi, nel 2013, sarebbe stata scelta come giornata simbolo per la ricorrenza. Una scelta, quella delle Nazioni unite, arrivata in seguito alla conferenza generale dell'Unesco dell'anno precedente, che aveva riconosciuto la grandezza del mezzo radiofonico, che oggi arriva a ciascuno di noi tramite decine di piattaforme diverse, permettendo a tutti di usufruirne in ogni modo, in ogni momento e praticamente in ogni angolo del pianeta. Una diffusione al passo con i tempi, e che anzi i tempi li anticipa, procedendo spedita nella sperimentazione di forme di comunicazione sempre nuove; un lavoro quotidiano e senza fine che permette al mezzo radiofonico di condizionare i gusti del pubblico, in maniera decisamente maggiore delle aspettative.

L'incredibile storia di Marco Camozzi

Nel corso degli anni migliaia di persone hanno fatto della radio la propria vita, prima ancora che il proprio lavoro. Tra questi c'è anche Marco Camozzi, che la radio l'ha portata dove ancora non c'era, in contesti ben lontani dall'opulenza occidentale. "Nel 2001 sono partito per l'Africa insieme a un missionario e abbiamo costruito la prima vera radio libera di Nairobi, in Kenya. Costruita nel 2001 ma accesa nel 2003: sono stati necessari infatti due anni affinché potessi insegnare l'utilizzo delle tecnologie necessarie a coloro che l'avrebbero gestita". L'incredibile storia di Marco l'hanno potuta conoscere gli ascoltatori di RTL 102.5 in Non Stop News. "Quella radio ha portato informazione e non solo a parti della città in cui non c'è nulla; intere aree in cui elettricità e acqua non arrivano, ma che sono comunque le più densamente popolate". Un progetto, quello di costruire radio libere in contesti complessi, che Marco Camozzi ha portato avanti in diverse parti del continente africano: "Le radio che abbiamo costruito sono state e sono ancora fonte di aiuto alla vita, nel vero senso della parola. Tra i monti del Sudan, nel 2012, abbiamo trovato un'altissima percentuale di mortalità infantile per via di un tradizionale rito locale di taglio del cordone ombelicale dopo il parto con degli strumenti non adeguati. La nostra radio ha trasmesso alle popolazioni locali, alle quali abbiamo distribuito radioline, informazioni sulle norme igieniche da rispettare necessariamente dopo il parto, abbattendo quella tragica percentuale del 75%". Una delle tante incredibili storie sparse per il mondo che ci ricorda ancora una volta come la radio possa cambiare le vite, dopo averle salvate.




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