A Roma l’estremo saluto a Stefano D’Orazio, tra cori e strofe delle canzoni più famose dei Pooh

A Roma l’estremo saluto a Stefano D’Orazio, tra cori e strofe delle canzoni più famose dei Pooh

A Roma l’estremo saluto a Stefano D’Orazio, tra cori e strofe delle canzoni più famose dei Pooh


Sui profili social di Riccardo Fogli, Roby Facchinetti , Dodi Battaglia e Red Canzian la stessa frase “Abbiamo perso un fratello, un compagno di vita, il testimone di tanti momenti importanti”

Una folla ordinata, composta, nonostante l’emozione del momento. In tanti hanno fatto molti chilometri, una volta giunti a Roma, hanno condiviso con altri fan impressioni e ricordi. Il gruppo ha accompagnato più di una generazione di italiani, con melodie e testi che durante il passaggio del feretro per le strade di Roma, sono risuonati, alternati al coro Stefano, Stefano. Tra gli addii al tempo del Covid quello a D’Orazio, poco dopo quello a Gigi Proietti aggiunge tristezza e anche un po’ di paura e depressione, inutile negarlo. Una straordinaria epoca di successi, fatta di una strada maestra, con qualche frizione, come è normale, ma caratterizzata comunque da una unità artistica che ha sempre prevalso su tutto,nonostante i cambi di formazione, gli addii e i ritorni. Ma il loro marchio di fabbrica era evidente, anche dopo poche note, senza mai annoiare i fan, cullandoli con la certezza di una musica che li cullava. I Pooh si sono stretti al ricordo Stefano D'Orazio, attraverso i loro profili social. Subito dopo la sua scomparsa i suoi compagni d’arte e di vita, Riccardi Fogli, Roby Facchinetti, Dodi Battaglia e Red Canzian lo hanno ricordato, scrivendo la stessa frase "Abbiamo perso un fratello, un compagno di vita, il testimone di tanti momenti importanti". Da qualche anno l’artista combatteva con una malattia autoimmune, e nei mesi passati stava ottenendo dei significativi miglioramenti del quadro clinico, che lo incoraggiavano a proseguire i tanti progetti ai quali lavorava. Poi il virus, rivelatosi con una febbre alta improvvisa, ha compromesso tutto, nel giro di poche ore. Il pronto ricovero e le cure non sono servite.

50 anni e più di successi, per la band più longeva della musica italiana 


La band ha venduto la bellezza di più di cento milioni di dischi, una cifra che costituisce il record italiano. Il 31 dicembre del 2016 il gruppo diede ufficialmente l’addio alle scene , con l’album “Pooh 50- l’Ultima Notte Insieme”, che è doppio platino, un successo di vendite davvero significativo, in un mercato discografico diventato difficile. Il disco contiene 51 canzoni, una antologia tratta dai concerti del 10 e 11 giugno allo stadio San Siro di Milano. L’album fu dedicato alla memoria di Valerio Negrini il paroliere storico del gruppo, e tra i suoi fondatori. La storia dei Pooh comincia nel 1966, con la fondazione del gruppo a Bologna, dopo varie mutazioni la formazione più nota, stabile per 36 anni, ebbe il successo più consistente, dal 1973 al 2009. Vincendo anche una edizione del festival di Sanremo. Erano gli anni di Roby Facchinetti alle tastiere, di Dodi Battaglia alla chitarra di Red Canzian al basso e di Stefano D’Orazio alla batteria. Stefano saltuariamente suonava in sala d’incisione anche il flauto. Erano diventati talmente popolari, un vero fenomeno del costume italiano, tanto che il presidente dello stato Cossiga li nominò cavalieri della Repubblica. Come è noto ai più, Riccardo Fogli nel 1972 scelse di fare il solista, partecipando comunque alla tournée d’addio del gruppo nel 2016.



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