“A Jeju nasce il vento”, improbabili amicizie in una storia itinerante tra nostalgia e sentimenti, ne abbiamo parlato con l’autore, Kim Ho-Yeon

“A Jeju nasce il vento”, improbabili amicizie in una storia itinerante tra nostalgia e sentimenti, ne abbiamo parlato con l’autore, Kim Ho-Yeon

“A Jeju nasce il vento”, improbabili amicizie in una storia itinerante tra nostalgia e sentimenti, ne abbiamo parlato con l’autore, Kim Ho-Yeon   Photo Credit: "A Jeju nasce il vento" di Kim Ho-Yeon, Salani


24 maggio 2025, ore 09:00

Un racconto che arriva da oriente e che pone con grande sensibilità ma altrettanta decisione l’accento sull’emotività: un racconto “on the road” che esalta alcune delle bellezze della Corea del Sud

Quello con il mondo dei libri è un appuntamento che ogni sabato ci permette di andare a fondo tra le pagine delle storie più stuzzicanti degli ultimi tempi. Un qualcosa che è possibile grazie al confronto con gli autori e le autrici che quelle storie le hanno realizzate, e nelle quali hanno disseminato pezzi di sé.

Ed è bello scoprirne di più di quelle storie dialogando proprio con le penne (volendo essere dei nostalgici nei riferimenti) che le hanno scritte. Qualcosa che nelle scorse settimane è avvenuto con “Come si esprime un desiderio” di Odette Copat, con “La condanna del silenzio” di Arwin J. Seaman e con “Il lato oscuro dei social network” di Serena Mazzini.

Oggi la nostra lente d’ingrandimento si pone su un’opera internazionale che arriva da oriente. Parliamo di “A Jeju nasce il vento", di Kim Ho-Yeon, edito in Italia da Salani. Ne abbiamo parlato proprio con l’autore coreano, in Italia in occasione del Salone Internazionale del Libro di Torino 2025.

A JEJU NASCE IL VENTO, UN VIAGGIO NEI SENTIMENTI

Cosa troviamo in “A Jeju nasce il vento”?

“Beh, secondo me ci possiamo trovare la nostra gioventù. Questo libro l’ho scritto dieci anni fa, e mi sentivo ancora un po' più giovane. E quindi credo che, anche proprio per questo, anche voi potreste riuscire a trovare la vostra gioventù al suo interno.”

Hai avuto qualche fonte di ispirazione nel processo creativo? Nella storia - con le dovute e importanti differenze - ho ritrovato parte dello spirito del film "Parto col folle" (titolo originale: “Due Date”) con Robert Downey Jr. e Zach Galifianakis...

“E' una domanda molto acuta. “Due Date” è stato un film che ho preso come riferimento, o meglio uno dei film che ho preso come riferimento. A me piacciono tantissimo i road movie, i road fiction, e poi io essendo stato anche uno scrittore di scenari, ho scritto anche alcuni film, alcune scenografie di road movie. Oltre a Due Date, io ho preso spunto anche da altri film come “Sideways”, “Little Miss Sunshine” e “Don Quixote”, e anche tanti altri film coreani road movie.”

Da buon romanzo di formazione si fonda sul tema del viaggio: quanto (e in che modo) crescono i personaggi nel corso della storia?

“Min-Jung e Andy, i protagonisti del racconto, sono due persone molto stupide in realtà. Però, nel momento in cui incontrano un terzo nemico, si crea una sorta di solidarietà tra loro. E anche durante il loro percorso percorso, cioè nel ricercare rispettivamente il loro amore durante il viaggio, loro rimuginano molto. E riescono quindi anche a scoprire vicendevolmente la parte positiva del carattere dell’altro. Per esempio Min-Jung diventa un po' più coraggioso attraverso Andy, mentre Andy riesce a essere più organizzato ascoltando Min-Jung. E secondo me questi cambiamenti sono importanti nella loro storia.”

È un storia d'amore ma anche una storia che sottolinea quanto sia importante tenere duro: c'è un messaggio che vuoi dare a lettori e lettrici italiani?

“Sì, questa è una storia dove i due uomini cercano di portare a una maturazione del loro amore. E quindi, mentre voi leggete questo racconto, spero che riuscite anche a ritrovarvi e ritrovare il ricordo del vostro amore. E anche della vostra gioventù. Vorrei che comunque i lettori italiani riuscissero a seguire un po' il viaggio di Andy e Min-Jung. E scoprire le strade della Corea, del mare e soprattutto l'isola di Jeju.”

UNA STORIA CHE MATURA COL TEMPO

Il romanzo è stato originariamente pubblicato nel 2015 in Corea. A dieci anni di distanza ci sono cose che avresti raccontato in maniera differente?

“No, non cambierei niente, anche se è un libro che ho pubblicato dieci anni fa. Perchè quando Salani mi ha proposto di tradurre un altro libro che ho scritto nel passato (“Il minimarket della signora Yeom, del 2021, ndr), io ho pensato che le tematiche che ho affrontato dieci anni fa in questo libro tuttora permangono. Tutt’ora le persone possono ritrovare le stesse situazioni. E quindi credo anche i giovani italiani riuscirebbero in qualche modo a ritrovare la loro vita all'interno di questo racconto. Poi anche in Corea, l'anno scorso, abbiamo fatto un teatro con la stessa narrativa. Quindi secondo me in qualche modo è contemporaneo. E quindi spero che voi riuscite a leggerlo nella contemporaneità.”

Se "A Jeju nasce il vento" fosse una canzone, quale sarebbe?

“Per me questo romanzo è una drive song, una di quelle canzoni che ascolti in auto quando guidi. Quindi non ha un titolo specifico, sono perfette tutte le canzoni che noi mettiamo quando siamo alla guida.”

Prospettive future? Hai qualche nuovo romanzo in cantiere?

“In Italia, per esempio, in autunno esce il secondo volume de “Il minimarket della signora Yeom”, la seconda parte della serie. Se vi è piaciuto il primo libro (uscito lo scorso anno, ndr), sono sicuro che vi piacerà anche il secondo. Mi farebbe molto piacere lo leggeste. E poi, in coreano per esempio, sto scrivendo un nuovo libro, e credo di finire entro quest'anno. C’è già l’accordo con le case editrici, quindi fra poco ne uscirà anche un altro.”


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