30 anni fa la morte di Fabio Casartelli, durante una caduta al Tour de France

30 anni fa la morte di Fabio Casartelli, durante una caduta al Tour de France

30 anni fa la morte di Fabio Casartelli, durante una caduta al Tour de France   Photo Credit: https://www.fondazionecasartelli.it/


18 luglio 2025, ore 08:00

Sono passati 30 anni dalla tragedia sul Col de Portet-d’Aspet. Era il 18 luglio 1995 e sui Pireni si correva la 15esima tappa del Tour de France, una tragica caduta, il sogno svanisce

Era il 18 luglio 1995, il Tour de France gareggiava sui Pirenei francesi, la 15esima tappa era in corso e nel tratto in discesa del Col de Portet-d’Aspet, la tragica caduta di Fabio Casartelli, promessa italiana e campione olimpico a Barcellona ’92, segnò per sempre il mondo del ciclismo. L'atleta comasco perse la vita a soli 24 anni. Sono passati trent’anni da quel giorno, ma il nome di Fabio resta inciso nella memoria collettiva come simbolo di coraggio, talento e di umanità.


Chi era Fabio Casartelli

Fabio Casartelli era nato a Como il 16 agosto 1970. La sua carriera nel mondo del ciclismo era cominciata bene, con un oro olimpico nella prova su strada a Barcellona. Una vittoria conquistata in una volata che unì potenza e intelligenza tattica. Passato al professionismo nel 1993, venne ingaggiato dalle squadre Ariostea, ZG Mobili e infine la Motorola, la stessa formazione in cui militava Lance Armstrong. Casartelli da subito si era mostrato determinato, serio, umile. Era apprezzato dai compagni di squadra e dagli avversari. La sua sembrava la carriera di un predestinato. Ma non aveva fatto i conti con il destino.


La tragedia

E quel destino era dietro l'angolo. Era il 18 luglio 1995. Il Tour de France, alla 15esima tappa. Partita da Saint Girons e con arrivo a Cauterets. Durante una discesa tecnica e pericolosa, Fabio Casartelli perse il controllo della sua bicicletta andando a sbattere contro un muretto di pietra al lato della strada. Il corridore comasco non indossava il casco. All'epoca non era ancora obbligatorio. L’impatto fu fatale. Il ciclista italiano morì poco dopo, per un trauma cranico. Il silenzio calò sul gruppo e tra i tifosi assiepati ai bordi delle strade. Il giorno successivo la corsa disputo l'intera tappa in silenzio, con la squadra Motorola in testa. Il gruppo seguiva in corteo. E stati uno dei momenti più commoventi nella storia del ciclismo moderno.


La memoria

Nel 1997 è stata fondata la Fondazione Fabio Casartelli, che è attiva nel promuovere la sicurezza stradale e nel sostenere giovani talenti sportivi. Una stele commemorativa è stata eretta nel luogo della caduta, sul Portet-d’Aspet, che oggi è meta di pellegrinaggi e tappa obbligata per chi ama questo sport. Ancora oggi diversi corridori parlano di Casartelli come di un punto di riferimento. La sua morte contribuì a far riflettere sull’importanza del casco e sulla sicurezza in gara.



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