2020 anno nerissimo anche per lo sport, se ne sono andati Kobe Bryant, Diego Armando Maradona e Paolo Rossi

2020 anno nerissimo anche per lo sport, se ne sono andati Kobe Bryant, Diego Armando Maradona e Paolo Rossi

2020 anno nerissimo anche per lo sport, se ne sono andati Kobe Bryant, Diego Armando Maradona e Paolo Rossi


Nel giro di pochi mesi, sono morti prematuramente tre miti dello sport: Kobe Bryant, Diego Armando Maradona e Paolo Rossi; tanto diversi tra loro, ma sempre amatissimi

Ormai è un dato di fatto: il 2020 è stato un anno terribile, per tutto il mondo. Ma non c’è stato soltanto il Coronavirus. Lo sport ha pagato un tributo altissimo: non solo perché sono stati rimandati appuntamenti attesissimi come le Olimpiadi di Tokyo o gli Europei di calcio. Soprattutto perché se ne sono andati tre autentici miti: Kobe Bryant, Diego Armando Maradona, Paolo Rossi. Tutti e tre morti troppo presto.


KOBE BRYANT

È il 26 gennaio. Una fredda domenica sera in Italia. Il Covid è ancora una eco lontana, sembra ancora soltanto un problema cinese. Gli appassionati di sport si concentrano soprattutto su Napoli-Juventus, il big match della giornata calcistica con Maurizio Sarri che per la prima volta torna al San Paolo da avversario. La notizia rimbalza dagli Stati Uniti poco prima del fischio d’inizio. E si diffonde subito, tra lo stupore e il dispiacere generale: è morto Kobe Bryant, uno dei più grandi giocatori di basket di tutti i tempi. Aveva solo 42 anni, è stato vittima di un incidente a bordo di un elicottero in California: insieme a lui hanno perso la vita la figlia Gianna e altre sei persone, tutte a bordo del velivolo schiantatosi a causa della nebbia. La commozione è mondiale. Kobe Bryant, di ruolo ala, è stato una autentica bandiera dei Los Angeles Lakers: è stata la sua unica squadra nel campionato NBA, vi ha militato per vent’anni di fila con cinque titoli conquistati. Con la nazionale USA ha vinto due medaglie d’oro alle Olimpiadi, a Pechino 2008 e Londra 2012. Kobe Bryant aveva un forte legame con l’Italia, dove visse da bambino, dai 6 ai 13 anni: aveva seguito il padre Joe, pure lui giocatore di pallacanestro, che in quegli anni aveva militato in varie squadre nostrane: da Rieti a Reggio Calabria, da Pistoia a Reggio Emilia.

DIEGO ARMANDO MARADONA

È il 25 novembre, gli appassionati di calcio si preparano a godersi un mercoledì sera di Champions, e ancora una volta – all’improvviso - arriva un cazzotto dall’altra parte dell’Oceano: “È morto Diego Armando Maradona”: all’inizio è solo una voce, una indiscrezione dall’Argentina, ma l’illusione che si tratti di una bufala dura solo pochi minuti, il tempo che la notizia venga ufficialmente confermata. Una notizia terribile, ma non inattesa: il Pibe de Oro, a soli 60 anni, era in condizioni di salute precarie, già altre volte aveva visto la morte in faccia. Eroe popolare e contraddittorio, talento purissimo in campo, persona generosa ma incapace di gestirsi nella vita. Per Napoli ha rappresentato tantissimo: non solo come calciatore, ma come veicolo attraverso il quale raggiungere il riscatto sociale: perché se un talento così ce lo hai dalla tua parte, sovvertire il potere è possibile.



PAOLO ROSSI

Che risveglio amaro il 9 dicembre! La notizia è piombata all’alba, sui telefonini. Nessuno se lo aspettava. Paolo Rossi aveva solo 64 anni e in pochissimi erano a conoscenza di quel tumore ai polmoni che poi lo ha portato via. Tutti lo ricordano come l’eroe del Mondiale in Spagna nel 1982: dopo un avvio stentato, esplose contro il Brasile (tripletta) e non si fermò più: doppietta alla Polonia in semifinale, gol dell’1-0 nella finalissima poi vinta contro la Germania Ovest. Italia campione del mondo e Paolo Rossi capocannoniere del Mundial. Ma più che il calciatore ci mancherà la persona per bene, mite e gentile con tutti. Pablito è salito in cima al mondo, ma è sempre rimasto con i piedi per terra.


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